“RICORDO DELLA VITA TRASCORSA DACCHÈ FUI CHIAMATO SOTTO LE ARMI”

Ricordo della vita trascorsa dacchè fui chiamato sotto le armi” nasce dalle memorie di un reduce della Grande Guerra il quale annotò le sue esperienze in prima linea sin dal settembre 1915, in trincea e nel campo di concentramento di Mauthausen allorchè venne fatto prigioniero.

Il diario in mio possesso è stato ritrovato dopo il trasloco nella mia abitazione ed apparteneva ad un parente che ha vissuto ogni momento tragico di quel periodo; la lettura del libro partorisce sentimenti di pietà e sofferenza quasi si vivesse l’attimo appena letto.

Il narratore non ha nome poichè si vuole ricordare il Fante rappresentante i soldati di tutte le guerre.

Forte sentimento per la Patria, fratelli italiani chiamati alle armi, onore e coraggio; al contempo v’è pietà e comprensione del nemico al quale non si nega il “tozzo” di pane.

I giovani traggano spunto di riflessione per un mondo migliore, senza guerre o pene inutili; ottima lettura anche per gli allievi delle scuole medie e superiori oltre che adulti d tutte le età.

Consiglio la sua lettura a chiunque abbia il coraggio di “vedere da vicino” la realtà (non una finzione teatrale o cinematografica) e le vicissitudini oltre che condividere il senso della vita intensamente, profondamente nell’animo.

Potrete acquistarlo o ordinarlo presso le librerie Feltrinelli in tutta Italia o acquistarlo on-line su www.lafeltrinelli.it cliccando sul seguente link: 

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Buona Lettura,
Claudio Gori

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DALL’OPEN SOURCE AL CLOSED SOURCE: RECLUSIONE DEL SOFTWARE

Tratto da www.riflessionline.it del 20.06.2010 – di Claudio Gori

Open Source meglio conosciuto come Software Libero, sebbene ci siano alcune sfumature interpretative per coloro che rifiutano la negazione alla condivisione aperta del codice sorgente.

La produzione di software oggi è protetta da diritti d’autore che non permettono la duplicazione o riciclo del medesimo programma installandolo in più Personal Computer, fatta eccezione per le cosiddette “multilicenze”.

Dobbiamo tenere presente che il software è considerato un’opera di ingegno e che è immateriale, che non può essere replicato a piacere se non incorrendo in situazioni di illegalità definite “pirateria informatica” alle quali seguono sanzioni di natura amministrativa e penale.

Negli ultimi anni utenti privati, aziende, enti pubblici e associazioni fanno ricorso sempre più al Software Libero: ma di cosa si tratta esattamente? Cosa è questo misterioso strumento immateriale “liberato” dal groviglio degli interessi economici e della protezioni legali? Quali effetti, pregi, difetti e vantaggi presenta?
A queste domande ognuno di Voi saprà rispondere al termine della lettura.

Il software rappresenta un elemento vitale per l’esistenza e l’utilizzo dell’hardware e rappresenta oggi il gemello del prodotto fisico-informatico o meccanico.
Un fratello minore della materia che, a partire dai primi anni ’60, timido e servizievole ha acquistato sempre più spazio fino ad assumere una posizione predominante in ambito privato, pubblico, imprenditoriale ed universitario.

Proprio negli anni ’60 e per almeno un quindicennio, il software è stato l’ombra vitale di qualsiasi strumento “rigido” ed informatico poichè era un necessario, non standardizzato corredo all’hardware per il corretto funzionamento.
Per tali motivi i programmi non avevano un particolare valore economico: una giungla immateriale coinvolta e assorbita dal business aziendale per un poco chiaro e parzialmente imprevedibile successo che, con l’affermazione futura di standard e piattaforme materiali, era destinato ad essere partner per qualsiasi componente elettronico-informatico e non solo.

Limitandoci al campo informatico, con lo sviluppo frenetico ed incessante della tecnologia, il software, da mero “servitore” dell’hardware, inizia un’emancipazione globale che lo porterà presto ad essere non più libero bensì concesso in licenza d’uso (non in proprietà) agli utenti finali, previo il mercenario pagamento di un corrispettivo.

All’oppressione economica del software Richard Stallman, “partigiano” storico del free software, dedica tutt’oggi le sue capacità attraverso un movimento per il software libero. Il transito verso un uso sempre più blindato a favore di interessi puramente economici e limitativi della libertà fruitiva iniziò a comprimere il sostegno fornito dai programmatori e la diffusione del software poichè essi si limitavano a produrre codice sorgente non più divulgabile e sotto i copyright di imprese al solo scopo di profitto.

Richard Stallman, brillante studente del MIT (Massachusetts Institute of Technology), nella prima metà degli anni ’80 rifiutò la segregazione del software nelle mani di pochi “proprietari” ed iniziò una sua battaglia con il cosiddetto copyleft, contrario a copyright che era anche linguisticamente di opposto significato (left/right ma anche left come “senza legame”). Quindi circolazione e distribuzione libera e gratuita, fornendo codici sorgenti e possibilità di personalizzazione e distribuzioni ulteriori ma sempre all’interno del copyleft, senza pretese di esclusiva nelle “opere d’ingegno” software modificate. Obiettivo: cooperazione globale per uno sviluppo software accessibile a chiunque sia interessato all’uso; dal privato all’azienda, dall’università alla pubblica amministrazione.

Stallman nel 1983 fondò la no-profit FSF (Free Software Foundation) per sviluppare e produrre oltre che diffondere qualsiasi software fino ad arrivare al progetto più impegnativo GNU (GNU Is Not Unix) quale sistema operativo ispirato al più noto UNIX.
A breve Stallman sviluppò una specifica licenza software, alla quale altre produzioni potevano accorparsi, affinchè il software rimanesse libero: questo progetto di licenza, padre vigile e giudice tutelare di altre licenze avvolte sotto la sua mano, prese il nome di GNU-GPL (GNU General Public Licence).
Quest’ultima ospitò sotto la sua “tutela di libertà” un’altra licenza diffusa in tutto il pianeta e che venne realizzata nel 1991 dallo studente finlandese Torvald Linus: il GNU/LINUX.
Linux oggi ha sfiora 30 milioni di installazioni così come dichiarato dalla organizzazione no-profit “The Linux Counter Project” (http://counter.li.org) fondata il 1 maggio 1999 “…rilevando il counter da Harald Tveit Alverstand, a cui stava lavorando al progetto dal 1993” (citazione tratta da http://i18n.counter.li.org/organization/) attraverso il lavoro di volontari.

Il 3 febbraio 1998, in Palo Alto/California, nasce OSI (Open Source Initiative) allo scopo di togliere l’inesatta ed inadatta etichetta di “gratuità” (free software) che faceva pensare ad un prodotto di qualità bassa e profilo inaffidabile: ciò causava il disinteresse delle aziende e quindi del business che lontano era dallo spirito di Stallman.
OSI, quali sigla e progetto di promozione commerciale, mantenendo il principio di libero software, non rientrava nelle visioni e idee liberali di Stallman.
Open Source, dagli anni ’80 ad oggi e grazie all’immagine e utilità che i principali fondatori di OSI hanno dimostrato (Bruce Perence, Eric Raymond, Todd Anderson, Chris Peterson, John Hall, Sam Ockman, Larry Augustin e Michael Temann), è meglio definito nella Home Page del suo internet (http://www.opensource.org/): “Open Source is a development method for software that harnesses the power of distributed peer review and transparency of process. The promise of open source is better quality, higher reliability, more flexibility, lower cost, and an end to predatory vendor lock-in” ovvero “Open Source è un metodo di sviluppo per il software che sfrutta la potenza della pari revisione distribuita e la trasparenza del processo. La promessa di open source è una migliore qualità, maggiore affidabilità, una maggiore flessibilità, minori costi, e la fine di predatori vendor lock-in”.
A titolo esemplificativo e di prova del successo dell’Open Source possiamo citare Mozilla Firefox (browser internet), Netscape (browser internet), Mozilla Thunderbird (gestore mail), GNOME Orca (Suite per non vedenti: lettore di schermo, sintesi vocale, collegamenti barre Braille), Openoffice (pacchetto integrato di programmi simili a Microsoft Office), DotNetNuke (gestore contenuti CMS), WordPress (blog), ClamWin (antivirus), Fedora (sistema operativo basato su Linux), Debian (sistema operativo basato su Linux).

Fino ai primi anni ’80 non era possibile per un utente finale, anche privato, di disporre di un Personal Computer così come è oggi. Furono anni di evoluzione informatica eccezionale con l’uscita dei primi PC monoutenza e la nascita di numerosi software orientati alla ricerca di un nuovo mercato; molti software divennero “proprietari” sempre più velocemente e le nuove software-house quotidianamente si trovavano a combattere per la conquista di una nicchia congeniale agli scopi: sistemi operativi, fogli elettronici, editori di testo, software applicativi.

Analizzando sinteticamente le differenze tra Open Source o Software Libero e il Software Proprietario possiamo affermare che i primi nascono e vengono resi disponibili attraverso il codice sorgente che può essere liberamente modificato o implementato da qualsiasi sviluppatore che rende a sua volta liberamente disponibile il proprio prodotto; al contrario Software Proprietario limita l’uso del software attraverso files eseguibili e non più modificabili (files compilati) e comunque concessi in licenza d’uso verso corrispettivo.

I primi anni ’90 gettarono basi più solide verso l’espansione orientata a sistemi operativi non proprietari e non vincolati necessariamente a Microsoft o altri produttori noti seppure in differenti piattaforme.
Come sopra accennato, Linus Torvalds, studente di Helsinki, iniziò a porre le basi dell’allora futuro, ed oggi attuale, Linux semplicemente mettendo mano ad un comune sistema operativo allora diffuso in ambito universitario: Minix.
Linux sarà molto simile al costoso sistema operativo Unix; Linux deriva dalla combinazione di Linus e la lettera finale X di Unix: il simbolo scelto per rappresentare linux è un simpatico pinguino.
La diffusione della comunicazione e scambio on-line fu il motore proprulsore per la divulgazione mondiale: programmatori di tutto il globo ebbero la possibilità di collaborare e partecipare volontariamente al quotidiano sviluppo di Linux che lo ha portato ad essere un sistema operativo non solo aperto ma alla base dello sviluppo e produzione di particolari hardware e software accessori anche lato server.

Multinazionali di prodotti informatici e hardware hanno avviato impegnative campagne di vendita accostando sempre più frequentemente, soprattutto nell’ultimo quinquennio, Linux ai propri PC; citando alcuni produttori scopriamo che Linux e l’Open Source è alle soglie di una rivoluzione software che entro un decennio avrà la concreta possibilità di conquistare spazi di mercato impensabili: pubblica amministrazione, università, enti ed uffici statali, privati, aziende e professionisti; acceso gratuito ed affidabile a sistemi operativi e applicativi a “costo zero” anzichè a fronte di migliaia di euro di investimento.
Il confronto monetario è preso fatto. Sistemi operativi: Microsoft Windows prezzo indicativo medio finale (anche in dipendenza della versione considerata) circa euro 250,00 mentre Suse Linux o Ubunto Linux (o altra versione) costo finale certo euro 0,00; Software applicativo: Microsoft Office 2010 prezzo indicativo medio finale (anche in dipendenza della versione considerata) circa euro 400,00 euro mentre Openoffice (della Sun Microsystems) euro 0,00.

Credo che la limitazione della circolazione delle informazioni sotto forma di codice sorgente sia destinata, sebbene nel lungo periodo, a cedere agli interessi globali ed il software proprietario rimarrà tale solo per utilità specifiche come, ad esempio, in ambito contabile o di progettazione Cad/Cam o in ambito ludico.

Non stupiamoci se troverete ipotetiche definizioni “PC Linux Assembled” o “Linux Inside”: HP, Acer, Compaq, Lenovo hanno già avviato il matrimonio Pc-Linux in grande stile.

Non confondetevi, non pensate ad un’offerta inutile solo perchè sconosciuto il prodotto; nessun tranello, nessun imbroglio: il “pinguino” è in viaggio.
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